Descrizione
Gli argomenti del volume già anticipati da alcuni articoli comparsi sulle riviste Scienza dell’amministrazione scolastica e Fare l’insegnante, mirano alla costruzione di una consapevolezza culturale che evidenzi il complesso e multiforme fenomeno del digitale. Si tratta di una guida semplice, con modelli di riferimento chiari che portano alla luce gli attuali processi di acquisizione alla conoscenza indotti dalle tecnologie e le inedite criticità che devono essere superate affinché studenti e docenti acquisiscano buone competenze digitali, nel nuovo percorso di insegnamento all’educazione civica digitale. Il testo è rivolto agli insegnanti, ai formatori ed a coloro che desiderano progettare e realizzare esperienze d’apprendimento destinate a cittadini digitali. L’obiettivo del testo è quello di orientare i docenti sul cambiamento in atto che sta spingendo la scuola verso il digitale in coerenza con le linee guida adottate dal ministero che concretizzano le indicazioni del Piano Nazionale Scuola Digitale.
Già nel 2012, Raffaele Simone, nel suo “Presi nella rete. La men te ai tempi del web” così scriveva: . Lo studioso continua con alcune constatazioni che possiamo con dividere: la rete ricopre l’intero pianeta, tanto che non esiste più alcun luogo non raggiungibile dalla rete e in cui si possa essere davvero da soli e invisibili. A questa ubiquità dei media corrisponde la loro convergenza su uno stesso supporto e questo ha accentuato l’accerchiamento ineludibile in cui ciascuno di noi è immerso: ormai i media sono indistruttibili ed aggrappati alle nostre vite, invadendo i processi cognitivi ed emotivi, e non solo! Se la situazione è questa, lo sfondo giuridico al tema dell’ “agire digitale” è, innanzitutto, il diritto alla libertà personale, intesa nell’accezione più ampia, dalla proprietà dell’immagine alla dignità umana. Ma i diritti di libertà hanno bisogno di norme d’azione che ne disciplinino finalità e tutela. La nostra Costituzione non prevede esplicitamente il diritto alla riservatezza, ma è proprio nei diritti di libertà, diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, che si trova l’ancoraggio della normativa nazionale sulla Privacy. E l’intera regolazione comunitaria e nazionale del diritto alla privacy, oggi, costituisce norma d’azione finalizzata alla protezione dei dati personali. A differenza che in passato, il Regolamento europeo 2016/679 è orientato proprio a fronteggiare i pericoli della rete qualora i dati personali vengano diffusi attraverso il web, qualunque sia lo strumento. Nell’ambito generale dei destinatari della normativa e in quello ancora più specifico della pubblica amministrazione, la scuola occupa un posto a sé, perché più forte deve essere l’azione protettiva a favore dei minori. Ma la protezione della loro sfera personale è, da una parte, dovere dell’istituzione scolastica che deve predisporre tutte le condizioni organizzative e tecniche per evitare la lesione della privacy; dall’altra non si può proteggere la sfera personale dei ragazzi se gli stessi non comprendono, apprendono e agiscono di conseguenza. Dunque, da una parte è urgente che le istituzioni scolastiche padroneggino gli strumenti tecnici e formali per fronteggiare la pericolosità della rete e proteggere i ragazzi ma, principalmente, devono saper mettere in campo un’azione educativa mirata alla consapevolezza, responsabilità individuale e capacità euristica di autodifesa.
Le competenze digitali che i nostri alunni debbono acquisire proprio a scuola chiedono ai docenti – a tutti, in quanto tutti sono educatori – competenze digitali ancora più elevate e, ovviamente,
non solo sul versante tecnico. Mai come oggi, le istituzioni scolastiche sono a un bivio. Da una parte possono decidere di andare avanti difendendo la loro tradizionale funzione formativa trasmettendo a tutti gli studenti un nucleo generale di contenuti- asettici ed inerti – destinati a diventare “bagaglio culturale” perenne e statico; dall’altra le scuole possono continuare ad esercitare tale una vitale funzione sociale affrontando i rischi cui sono esposti oggi bambini, adolescenti ed adulti che si muovono, quasi sempre in modo inconsapevole ed avventuroso, tra il reale e il virtuale, il locale e il globale, le comunità locali e quelle virtuali, lo spazio visibile e chiuso e lo spazio di rete, che è senza confini, l’incertezza del futuro e l’inquietudine del presente.
La scelta di questa seconda strada è obbligata, anche se il mondo adulto con le sue istituzioni non è del tutto consapevole di questa urgenza che mina alle fondamenta l’idea di identità, di cittadinanza, di libertà e di tanti altri valori intorno ai quali le società si formano ed evolvono. Così le Linee Guida descrivono in che cosa consiste la cittadinanza digitale: “a studentesse e studenti saranno dati gli strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali. In un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei social media e alla navigazione in Rete, contrasto del linguaggio dell’odio”.
Il testo di Nicoletta Tomba affronta una nuova e particolare titolo già di mappa cognitiva che la scuola è tenuta a fornire a tutti, perché è quella che consente di navigare, con una solida bussola, nel vasto mare del web. Ciascun insegnante deve sentirsi chiamato in causa perché, al di là di coloro che saranno chiamati ad assumersi la titolarità dell’insegnamento dell’educazione civica ex lege n. 92/2019, la trasversalità delle competenze digitali non consente esoneri educativi. Le autrici di questa prefazione si ritengono parzialmente ed orgogliosamente responsabili della pubblicazione di questo volume perché hanno ripetutamente stimolato ed incoraggiato l’autrice – già collaboratrice delle riviste “Fare l’insegnante” e “Scienza dell’amministrazione scolastica” – a mettere al servizio della scuola le sue elevate competenze. E, ovviamente, augurano ai lettori una buona navigazione!
Anna Armone e Ivana Summa